Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati.
(Gore Vidal, La statua di sale, 1948)

mercoledì 6 luglio 2011

Mostar: muezzin e campane

Oggi mia madre è a Mostar… prendo quindi spunto da questa sua escursione per parlarvi di questa cittadina della Bosnia, tristemente nota per il suo magnifico ponte che nella orribile guerra è andato distrutto.

L’arrivo a Mostar è triste. La periferia è ancora piena di zeppa di case bucherellate dalle granate ma vale davvero la pena passare una giornata in questo posto per il suo fascino, per la sua bellezza e per la cucina bosniaca che non mi stancherò mai di dire che è buonissima.

Dopo i pesanti bombardamenti del 1990 a Mostar si lavora senza sosta per ricostruire, rinnovare, tornare alla vita normale. Questo nuovo accanto al distrutto rende Mostar una città che parla un linguaggio complesso fatto di episodi che noi non possiamo capire e forse nemmeno immaginare.

Mostar, come Sarajevo del resto, è una città dagli abbinamenti azzardati che diventano armonia: vecchio e nuovo, oriente e occidente, cattolici e ortodossi, ebrei ed islamici.

Oltre alla cultura e alla storia Mostar deve il suo fascino particolare anche alla natura nella quale è incastonata: rigogliosa e incontaminata, tra montagne, rocce e il fiume Neretva di color verde smeraldo. Dal ponte decine di ragazzini si tuffano nel fiume per cercare il fresco e tutto intorno botteghe di rame, negozietti, moschee, torri, case basse conferendo al posto un sapore d’altri tempi.
Ci sono solo 2 consigli che mi sento di dare per una visita in questa città:
·         Il caldo è l’afa sono micidiali. Non so se l’estate in cui ci sono andata io era particolarmente calda ma credo di non aver mai avuto tanto caldo in vita mia. Se proprio non potete evitare di andarci ad agosto, meglio evitare le ore molto calde. Io purtroppo sono ripartita in giornata ma credo che sarebbe stato bello restarci per la sera e cenare lungo la sponda del fiume con tutta la città vecchia illuminata.
·         La città vecchia è fatta di un sali e scendi di viuzze con lastroni scivolosi di pietra. Non indossate come me degli infradito lisci di cuoio perché rischierete di cadere centinaia di volte.

2 commenti:

  1. Ciao Michela!
    Devo confessare che pur avendo a che fare con i Balcani e l'Est Europa per lavoro, in quei paesi non ci ho mai messo piede... Grazie per questo post, mi ci hai fatto fare un pensierino :)
    Buon weekend!
    Aurora

    RispondiElimina
  2. leggi anche il post su Sarajevo.. è una città che mi è rimasta nel cuore! http://vadoinviaggio.blogspot.com/2011/03/miss-sarajevo-dedicato-ad-emina.html

    RispondiElimina