Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati.
(Gore Vidal, La statua di sale, 1948)

domenica 18 marzo 2012

Una strana gita: Londra da tifoso (e il finto fairplay inglese)

Io c’ero. Sono stato uno dei “fortunati” possessori di un biglietto per la partita degli ultimi 20 anni, almeno per noi folli innamorati del Napoli. Chelsea – Napoli, ritorno degli ottavi di Champions League, Londra, stadio Stamford Bridge. Onde fugare qualsiasi dubbio, chiarisco le modalità con le quali io ed un piccolo gruppo di amici siamo entrati in possesso dei tanto agognati biglietti.Lavoro a Milano in UniCredit, sponsor principale della Uefa Champions League, che in quanto sponsor ha un diritto di prelazione nell’acquisto dei biglietti di qualsiasi partita di Champions per i propri dipendenti e/o principalmente per i propri clienti.Non vi lasciate sviare, nessun particolare privilegio, in quanto semplice dipendente, ho pagato a prezzo di costo i biglietti che UniCredit ha acquistato per me, ho dovuto richiedere approvazione a tutti i miei capi per poterlo fare (quasi mi mettevo in ginocchio), sui biglietti di UniCredit la mia priorità era l’ultima della lista. Infatti erano rimasti a disposizione solo i biglietti denominati di categoria 3, cioè settore West Stand Lower, Porta 1, Fila 6 (praticamente i distinti bassi confinanti con la curva del Chelsea). Ma almeno erano rimasti, potevo comprarli, molti altri a Napoli sono stati presi a botte dai nostri stessi compaesani (vergogna) e non li hanno ottenuti, avevo già i biglietti aerei, non potevo non prenderli. Li ho presi.
Tralascio l’ansia prima di arrivare allo stadio, i messaggi di panico che abbiamo ricevuto e letto da più fonti (amici, giornali, sito del Chelsea) in merito all’impossibilità di accedere per i tifosi del Napoli (ma è una malattia?) al settore destinato ai tifosi del Chelsea, dei sequestri di biglietti (ma se non è dichiarato lo stato d’allarme dal questore / prefetto, è legale?), etc, etc…La faccio breve, siamo pochi, non indossiamo sciarpe o segni di riconoscimento, abbiamo facce da bravi ragazzi, nel nostro gruppo ci sono anche persone di una certa età, siamo tutti distinti ed educati, abbiamo i biglietti custoditi gelosamente, facciamo attenzione nelle zone limitrofe lo stadio, ai controlli non ci fermano, entriamo. Aldilà della pessima visibilità del settore in cui eravamo, volevo raccontarvi l’accoglienza ed il comportamento tenuto dai maestri del fairplay britannico, la nazione che ha inventato il calcio, la nazione che ha risolto il problema degli hooligan negli stadi. Questo è vero, ma dopo il mio racconto forse sarà un po’ più chiaro come lo hanno risolto.
Mi sono subito reso conto che nelle file davanti e dietro di me c’erano molti napoletani. Circondati da tifosi del Chelsea e con la curva a 2 metri (costeggiavamo il muretto). Ma nessuno indossava sciarpe o altri vessilli del Napoli, alcuni si erano nascosti addirittura dietro sciarpe del Chelsea (io non ce l’ho fatta).Inizia la partita, e subito gli inglesi identificano i napoletani. Come? L’occasione di Hamsik, parata miracolosamente da Cech, abbiamo sussultato e ci hanno individuato. Da allora è iniziata la partita nella partita. Gli steward sono venuti ed hanno trascinato fuori 2 o 3 tifosi napoletani che erano seduti davanti a noi perché avevano osato alzare la braccia come segno di disappunto.
Iniziano gli insulti dalla curva e dai tifosi inglesi intorno a noi. Il campionario è molto vario. Si va dagli sputi (per fortuna non su di me) alle urla, le minacce di morte, gli improperi.Per tenere la situazione sotto controllo ordino ai miei amici di non muovere un muscolo neanche se il Napoli dovesse segnare. Sapevo che era difficile non muoversi, ma avevamo paura. E soprattutto non volevamo rinunciare alla nostra partita. In cuor mio speravo in uno 0 a 0 trascinato fino alla fine, cosi il Napoli si sarebbe qualificato ed i tifosi inglesi sarebbero rimasti sedati (tifano molto solo quando vincono). Invece purtroppo non va cosi, la nostra difesa soprattutto dopo l’uscita di Maggio soffre troppo sulle fasce e la fisicità del Chelsea alla lunga prevale. Ed infatti Drogba segna l’ 1 a 0.Lo stadio esplode, noi rimaniamo fermi, e qui la vergogna dei supporters inglesi e dei loro steward tocca l’apice. Persone di mezza età e ragazzi iniziano ad additare la nostra zona urlando “Napoletans, napoletans”. Siamo i moderni appestati.
Gli steward vengono da noi a dirci che dobbiamo applaudire e festeggiare al goal del Chelsea altrimenti ci sbattono fuori dallo stadio. Dalla curva le minacce e gli insulti aumentano sempre di più. Siamo nell’occhio del ciclone. Ad ogni azione del Napoli e/o del Chelsea pericolosa, alcuni napoletani vengono mandati fuori dallo stadio se si sono fatti minimamente notare. Poi finalmente segna Inler. Io ed i miei amici più prossimi riusciamo a controllarci (è terribile non festeggiare il goal della tua squadra del cuore che potrebbe significare la qualificazione). Molti napoletani non si trattengono e gioiscono. Tra questi c’è un mio amico, Pasquale che, vessato da inizio partita da alcuni facinorosi della curva del Chelsea che gli urlano di tutto e sputano verso di lui, reagisce andando a festeggiare sotto il loro naso. Chiaramente sa di dover essere cacciato dallo stadio in base alla famosa regola inglese del fairplay: “se uno straniero festeggia nel settore inglese anche minimamente e senza provocare deve essere immediatamente cacciato ed insultato onde evitare che venga giustamente e meritamente accoltellato, mentre se un locale insulta e lancia di tutto contro i sedicenti stranieri in questione rimarrà tranquillamente al suo posto a fare i suoi comodi”.
Pasquale esce dallo stadio, prende degli schiaffi punitivi, riesce miracolosamente a farsi accettare in un pub (vietato l’ingresso a cani e napoletani, mi ricorda un famoso film di Benigni su tragicità storiche ben più gravi di queste) solo perché in giacca e cravatta e parlante inglese. Noi rimaniamo dentro a soffrire, sperando almeno di poter gioire a casa. Purtroppo le cose prendono una brutta piega anche dal punto di vista sportivo. Il Napoli non ha l’esperienze e la fisicità giusta per tenere il Chelsea, e pur essendo superiore esce. Noi subiamo gli insulti di tutti al 4 a 1 e vediamo Ivanovic festeggiare ad un metro da noi senza poter muovere un muscolo. Ma almeno usciamo incolumi, non so come sarebbe andata a finire se fosse passato il Napoli.
A me resta il sogno infranto del goal qualificazione magari segnato all’ultimo secondo…in quel caso avrei urlato anche io in faccia ai tifosi del Chelsea la mia felicità e sarei stato cacciato dallo stadio…ma contento! Purtroppo non è andata cosi, ci rifaremo la squadra va migliorata ma è forte ne sono sicuro. Come sono sicuro di una cosa, nonostante i nostri problemi, nonostante il fatto che molti tifosi anche del Napoli danno un’immagine negativa della squadra e della città, contrariamente a quello che molti soloni anche nostrani millantano, noi non abbiamo niente da invidiare al calcio inglese ed al loro millantato fairplay, se non uno stato di polizia e discriminazione che va spesso a discapito non solo dei facinorosi ma anche e soprattutto delle persone oneste che investono tempo, soldi e passione nel vedere la propria squadra del cuore.
Aggiungo un’informazione. Quest’anno stiamo stati anche a Monaco a vedere Bayern – Napoli 3-2, ancora biglietti del settore ospite, stesse persone… nonostante il nostro incitamento (tralasciando il fatto che siamo entrati con sciarpe e magliette azzurre) alla squadra sul 3-2 per completare una rimonta che sarebbe rimasta nella storia, i vicini bavaresi non hanno mai accennato alcuna parola né alcun gesto scorretto contro di noi. Il pareggio avrebbe rimesso in discussione la qualificazione del Bayern, ma i bianco-rossi hanno esibito un’ospitalità, un fair-play, oltre ad una coreografia che nulla ha a che vedere con quella dei Blues. Spero che almeno una parte di questa ipocrisia inglese venga smontata da racconti come questo. Io cercherò di farmi promotore in tutte le sedi perché ciò avvenga. Sempre forza Napoli squadra e città.
Fausto

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